lunedì 10 marzo 2008

Facta, non pugnettae

Chiarissima preside,

Tutti gli studenti del III anno, impegnati nel corso di Teoria e Storia dell'Architettura da Lei tenuto, le scrivono questa lettera con una mano sul cuore ed una sulle parti che si è soliti sfiorare in vetusto gesto apotropaico. Ci preme particolarmente esprimerLe il nostro sempre più profondo sentimento mistico, che viene a crearsi durante le lunghe ore di intense lezioni; un sentimento, quasi una irresistibile tentazione di riconciliarsi con la grandezza dell'Uno, del Demiurgo, del Primo motore Immobile, insomma con Dio (o meglio con colui che diventa ciò che diventa) ci attanaglia ascoltando la Sua fin troppo rassicurante voce, la quale riempie le nostre giornate, altrimenti vane, di numerosi concetti che chiunque soffra di insonnia vorrebbe ascoltare comodamente disteso nel suo giaciglio.

Cordiali saluti

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