giovedì 28 dicembre 2017

Non sono bravo a fare l'albero

Contemplando l’albero di Natale spento mi sono reso conto di un paio di cose che però non sono sicuro di saper raccontare scrivendole. La prima considerazione è squisitamente tecnica e riguarda proprio il mio albero di Natale: sono almeno cinque anni che in famiglia addobbiamo lo stesso albero di plastica con le stesse luci e decorazioni e ancora non riusciamo a trovare una combinazione degli elementi tale da renderlo, non esagererei scrivendo gradevole, ma quanto meno accettabile agli occhi dell’avventore natalizio. Per la verità gli approcci all’addobbo dell’albero, al netto del limite dell’albero stesso, sono stati diversi; da quello minimal, consistente nell’utilizzo del minore numero di serie di luci possibile e una combinazione delle palline rigorosamente bi-cromatica, a quello all-in con luci impazzite, tappeti di led e babbi natale scintillanti appesi per la barba. In mezzo diverse combinazioni di luci, palline e nastri ma in fondo quello che è sempre mancato, e mi rendo conto ora guardandolo, è la convinzione di fondo di poter fare un lavoro apprezzabile, ma soprattutto alla fine apprezzabile da chi? Probabilmente l’elemento più giovane della famiglia, che ci ha fatto rispolverare l’antica arte famigliare di addobbare l’albero di natale in maniera oscena, è ancora troppo giovane per esprimere giudizi estetici slegati dal fascino della festività. Confidiamo nella prima elementare. 

Ma la cosa più preoccupante è l'assoluta mancanza di metodo con cui in famiglia ci approcciamo alla composizione dell’albero, è come se ogni anno non imparassimo mai la lezione del precedente. Non è sperimentazione, è proprio vero che le cose che non si fanno con la giusta costanza e voglia non si padroneggiano mai: noi non padroneggiamo l’albero di Natale; montiamo, attacchiamo e stacchiamo in maniera naif ogni decorazione, senza avere un risultato preciso in mente, proprio perchè non sappiamo prefigurarcelo.

Ed ecco la seconda cosa che pensavo. Pensavo alla qualità del confrontarsi con la vita come mi confronto con l’albero di natale, cercare di dare un senso a uno scheletro costante con più o meno sempre gli stessi addobbi, e approcciarvisi così, in maniera del tutto naif, ma senza arrendersi con la speranza di uscire qualche volta con un capolavoro, ma mai con abbastanza vergogna da non volerla fotografare. Christmas tree

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